Lugano

Il calcolo d'investimento nelle PMI

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Approfondimento a cura di:
Calcolo d'investimento

Le crisi degli ultimi anni hanno costretto molte aziende a confrontarsi con diverse decisioni da prendere. Una su tutte è sicuramente quella di valutare se sia necessario effettuare nuovi investimenti per garantire la continuità aziendale e, se sì, in che modo, quando e quanto investire. Il presupposto fondamentale per una presa di decisione in tal senso, dipende in gran misura dalla crescita e dalla creazione di valore aggiunto.

Con investimento si intende l'impiego di un determinato capitale iniziale per realizzare futuri flussi finanziari. Il capitale iniziale può derivare da risparmi propri (capitale proprio) oppure da capitale di terzi (sotto forma di prestito o leasing).

L’azienda può operare vari tipi di investimento, per esempio rimpiazzando o ampliando un impianto di produzione, riconvertendo o diversificando la produzione, investendo in altre società (investimento finanziario) o nel marketing e nella ricerca.

Possiamo suddividere gli investimenti in due tipologie principali:

  • Investimenti di sostituzione: per esempio per la sostituzione di mezzi di produzione che si sono usurati o sono divenuti inservibili per obsolescenza;
  • Investimenti nuovi: per esempio per l'ampliamento o la razionalizzazione degli impianti di produzione.

I due tipi di investimento possono anche fondersi, nel senso che un investimento può essere in parte di sostituzione e in parte investimento nuovo, nella misura in cui un impianto esistente viene sostituito con uno tecnologicamente più avanzato ed economicamente più efficiente.

I principali obiettivi dell’investimento da tenere in considerazione sono sicuramente il recupero del capitale iniziale investito ed il rendimento atteso dallo stesso.

Nelle decisioni di investimento l'azienda confronterà le possibilità offerte in quel momento dal mercato, cercando di scegliere il progetto di investimento maggiormente redditizio e con un livello di rischiosità accettabile. La prima fase comporterà un’uscita finanziaria importante (investimento iniziale) e, in seguito, l’afflusso di cash flow e l’eventuale valore finale di recupero dell’investimento.

I metodi valutativi dell’investimento possono essere statici o dinamici: quelli statici si basano sui costi e sui ricavi, senza considerare il fattore tempo; i metodi dinamici, invece, considerano i cash flow netti ed il fattore tempo attualizzato. Per il confronto degli investimenti si può anche utilizzare una combinazione di metodi. Qui di seguito i principali metodi a titolo informativo:

Metodi statici:

  • Confronto dei costi e/o degli utili;
  • Redditività dell’investimento (ROI);
  • Payback o periodo di recupero del capitale investito (PBP).

Metodi dinamici;

  • Valore attuale netto (VAN);
  • Tasso di rendimento effettivo (TRI);
  •  Payback dinamico (flussi attualizzati).

In conclusione, le aziende in tempo di crisi normalmente tendono a non investire, anzi saranno propense a ridurli o addirittura a sospenderli. A volte però è proprio in questi momenti che si deve investire, anticipando la ripresa in modo che, terminata la crisi, l’azienda godrà di forti vantaggi sulla concorrenza. Le altre aziende si troveranno invece, una volta finito il periodo di difficoltà, a dover rincorrere i competitors.