
Le incertezze sul piano politico ed economico hanno caratterizzato i mesi di ottobre e novembre, tradizionalmente un periodo di grande attività per il mercato dell’arte, grazie ad una moltitudine di fiere europee in calendario, cui fa seguito la sessione di aste miliardarie a New York.
I segnali emersi non indicano un percorso univoco, e si possono rilevare diversi trend nei segmenti di epoca, realtà geografica e prezzo in gioco.
Le fiere di Ottobre
Iniziamo dall’arte classica, protagonista a fine Settembre della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (BIAF), elegante esposizione a Palazzo Corsini lungo l’Arno che ha confermato la vivacità del mercato per i dipinti antichi e gli oggetti storici di qualità.
Al di là della scoperta di opere riattribuite, come un raro disegno giovanile di Michelangelo, ed artisti tornati in auge, sopratutto al femminile, come Fede Galizia e Artemisia Gentileschi, il criterio di determinazione del valore rimane la combinazione di rarità e qualità, con un particolare riguado alla provenienza e alle eventuali problematiche esportative che flagellano il mercato italiano.
I tempi di realizzo non sono brevi, e a Firenze si sono concluse con successo trattative iniziate a Marzo a Maastricht alla fiera TEFAF, ma con un’adeguata pianificazione, supporto nella fase di due diligence, e visione di lungo periodo, quello dell’arte classica rimane un mercato che puo’ dare soddisfazioni non solo estetiche ma anche economiche.
Dalla calma intellettuale di Palazzo Corsini si é passati poi per al frenesia delle tende dell’arte a Londra delle fiere Frieze focalizzate sull’arte moderna e contemporanea, e al Grand Palais dove si è tenuta la prima ArtBasel Paris.
Queste grandi fiere attraggono una moltitudine di eventi satellite ed aste concomitanti, rappresentando veri e propri test della salute del mercato.
Il Novecento continua a dare soddisfazioni, grazie anche al gioco di sponda con le isituzioni museali, come nel caso del Surrealismo di cui si celebra il centenario con una magnifica esibizione al Centre Pompidou, che spingono in alto i valori sia per grandi nomi come Magritte e Dali, sia per artiste meno note fino a qualche tempo fa come Leonora Carrington e Leonor Fini.
Anche la ‘nostra’ Arte Povera, che ha conquistato Parigi con una mostra alla Pinault Collection che, oltre a nomi affermatissimi come Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto e Jannis Kounellis, ha messo in luce il contributo di un’altra decina di artisti meno noti al pubblico internazionale, come Pino Pascali e i coniugi Merz.
Più complesso il discorso relativo all’arte super-contemporanea, presente a Londra, Parigi ma anche e soprattutto Torino in occasione dellla fiera Artissima ad inizio Novembre.
Il processo speculativo in corso nell’ultimo quinquennio, legato ad una combinazione fra pittura colorata e opere di natura identitaria, sembra essere terminato, e tutti gli attori sono alla ricerca di un nuovo equilibrio, si spera questa volta sostenibile e legato a messaggi fondanti anzichè a mode passeggere.
Le aste a New York
La sessione di aste neworkesi di Novembre ha sostanzialmente confermato i trend emersi in Europa, focalizzando l’attenzione del mercato sui grandi nomi viventi e non dell’arte storicizzata, con prezzi record e ottimi risultati per opere di Magritte e le donne surrealiste, Ed Ruscha, David Hockney, la Pop Art e la Street Art, grazie anche al consueto meccanismo delle garanzie a protezione di questi lavori multimilionari.
Il mercato pare quindi divaricarsi a favore della fascia di prezzo più elevata, quella legata ai miliardari e multimilionari americani che sembrano essere i veri vincitori delle elezioni americane, almeno nel breve periodo.
In un contesto di forte riduzione del mercato speculativo degli artisti giovanissimi ed opere di recente esecuzione, sta ora alle gallerie cercare di riprendere il territorio perduto a favore delle case d’asta e stabilizzare il mercato dei nuovi artisti rendendolo meno rischioso e più interessante per i collezionisti e i compratori di medio-lungo periodo.
Le forti influenze del mondo delle criptomonete sull’amministrazione Trump potrebbero pero’ dare nuovo vigore a questi fenomeni speculativi.