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L’Italia, capitale mondiale dell’Arte

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Approfondimento a cura di:
altiqa arte

Mercato in fiera a Milano: MiArt e MIA

MiArt é la principale fiera commerciale d’arte in Italia, e grazie al suo richiamo internazionale offre diversi spunti di analisi dei trend del mercato, a partire dall’arte contemporanea in cui prosegue l’onda lunga della pittura figurativa, soprattutto coloratissime tele di grandi dimensioni. 

In questo contesto, anche la pittura degli anni ’80 con la Transavanguardia e artisti come Salvo tornano con forza sul mercato.
Il collezionismo milionario guarda ancora allo Spazialismo di Fontana e ‘discepoli’, e all’Arte Povera con Pistoletto, Calzolari, Kounellis, Ceroli e Pascali, passando per la creatività incontenibile di Alighiero Boetti.

Vi è anche un rinnovato interesse per i movimenti storici del modernismo, fra cui spicca il recupero del Futurismo con i dinamismi di Balla e Depero, e l’Aeropittura degli anni ‘20-30.
A conferma della forza relativa dell’arte storicizzata, nelle stesse giornate la sede milanese di Sotheby’s ha venduto con successo un catalogo di arte italiana del dopoguerra fa cui spicca un raro lavoro della serie dei metalli di Lucio Fontana.

Per la prima volta accanto al salone principale si é tenuta MIA, la fiera ‘satellite’ specializzata in fotografia, a conferma della vivacità di questo settore più abbordabile per contenuti e prezzi.

 

Arte storica e scoperte alla Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia si pone invece l’obbiettivo di rappresentare gli sviluppi recenti dell’Arte a livello globale, senza un immediato riscontro commerciale in termini di vendite.
In realtà vi sono 3 divese ‘biennali’: l’esibizione del curatore di turno, le reppresentanze ufficiali nazionali, e l’insieme eterogeneo degli altri eventi collaterali sparsi per la città.

Il curatore brasiliano Pedrosa ha focalizzato l’attenzione sull’arte non occidentale, molto spesso con caratteri naif e opere di natura tessile; solo il tempo ci dirà se questi artisti avranno attecchito, nonostante in molti casi l’assenza di un mercato locale che li sostenga.

Un’analisi attenta degli artisti (contemporanei e non) proposti potrebbe rivelare delle occasioni di ‘riscoperta’ dei rispettivi mercati, come accaduto per le donne surrealiste protagoniste della Biennale precedente. 

Le rappresentanze nazionali sono già ampiamente influenzate dalle principali gallerie globali, che sfruttano l’occasione per dare maggior visibilità ai loro artisti di punta come nel caso di Regno Unito, Stati Uniti ed Egitto giusto per citare i principali, fortemente influenzati dalle politiche identitarie anche a scapito della ricerca di nuovi linguaggi, come invece propone l’installazione tecnologica di Matthew Attard che rappresenta Malta.

La ricchezza degli eventi collaterali va dagli artisti storicizzati come Williem de Kooning all’Accademia e Cocteau al Guggenheim, ai contemporanei William Kentridge e Martha Jungwirth, fino ai giovanissimi protagonisti dell’Atelier dell’Errore. 
Il valore aggiunto delle giornate esclusive, prima dell’opening per il pubblico, risiede nella incessante attività di networking che vede protagonisti i principali collezionisti, ad iniziare da quelli che a Venezia hanno casa come Prada e Pinault con le rispettive Fondazioni, direttori di musei e curatori da ogni dove, nonchè gli artisti insieme alle gallerie che li rappresentano: il sistema dell’arte con tutte le sue forze, debolezze e contraddizioni.